LibEreria

Ultima chiamata, per le Arti, alla Rivoluzione.

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Sala lettura – Settembre 2022

Di settembre

Ho il sole acceso

Uno sbadiglio di cielo

Il lento camminare

Senza sogni

D’estate mi muovo

E navigo correnti

Di mare in tempesta

Nessun sentiero

Mi riporterà a te

Di spazi immensi

Riempirò il mio cuore

Lascia parole

Immaginate

Sulle mura

Delle mie notti

Avrò stelle a illuminarle

Seguendo rapidi sguardi

Diventerà ottobre

Senza segni

Sulle spalle

Piangerò

Solamente il tramonto sereno

Al di là degli alberi antichi

Silenzioso addio

So che sei lì dentro

Ti piace giocare a nascondino

Ami il sole e il mare

Ti piace cantare e ballare

E non smetteresti mai di parlare

Devo chiederti perdono

Per tutte le volte che ti ho fatta piangere

Per tutte le volte che non ti ho ascoltata

Per tutte le volte che, nonostante tutto, ti ho lasciata soffrire

Per tutte le volte che sono stata dura con te, giustificando gli altri

È arrivato il momento di trattarti come hai sempre meritato

Con amore, cura, rispetto e tanta buona volontà

Bimba mia imparerò te lo prometto

Avrò cura di te

Il tuo amore mi rende così

non sarei proprio capace altrimenti

di darti tutto quello che ogni dì

ti dono con solerzia e ardor mai spenti.

Sei parte di me e componi altresì

tutte le mie azioni di sentimenti,

sicché ogni cosa che faccio sia qui

cosa miglior se da amor si cimenti.

Se qualcosa è mosso da amore vero

non può far altro che risplendere alta

e brillare per dare anima al mondo.

Per questo è tuo merito il mio sincero

scrivere, perché il tuo amore esalta

mia penna e le dona dolce contorno.

Posso decidere io? Posso scegliere il colore del mare quando il sole giace sulla sua schiena?

E chi vive dentro di me?

Posso decidere se un sorriso è vero? Se le parole corrispondono alla realtà?

Cos’è una realtà? È l’attimo colto e tradotto in verità?

Chi vive in me saprà esprimere la sua sentenza, se i miei occhi vedono la vita o sognano un sogno lunghissimo costellato di esitazioni, colpi di scena e azioni temerarie.

Cos’è il coraggio? Una scelta che porta le proprie orecchie a sentire ogni cosa per come arriva o la decisione di disegnare la propria storia attingendo con un pennello nel proprio sangue?

Nei resti di un infinito immaginario arcobaleno ci sono tutte le risposte, ma restano mute.

Ci siamo

curati e feriti

nella nostra sempre nuova

guerra

contro velocità

 

ci ha sommersi

per nostro invito

un colore

 

che si prende tutto

che è l’occhio pacifico

che altrove cerchiamo

 

come una

semplificazione

che ci assolve

 

ora siamo

faccia a faccia

col senso più scomodo

dei ritorni

 

che nella verità è luogo

dove riconosciamo

di esserlo sempre stati

 

e può riprendere

serena e quasi limpida

la consumazione

del tempo

 

ma noi adesso

siamo per lui

veste morbida

e inattaccabile

 

che a ogni finto e poi mancato

appuntamento

con lui spande e perde

le comuni

inutilità

 

chi afferra queste parole

gusterà la non morte

come ogni sole

crede di fare

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