Terra che libera
Un mucchio di foglie
Gialle di novembre
E rosso di giornate
Colorate
Terra che piccola
Profuma di bimbi
Che lottano ancora
Sotto un fuoco di bombe
Terra di speranza
Abbandonata
Rifiutata uccisa
Da regole in grate
Terra che calpesto
Per sentirmi di terra
Di radici infinite
Mi restano attaccate
Una porta girevole
come giostra per il Sole
sfoglia i suoi passionali colori.
Tra magie d’ambra e sottolineature brune
come un tratteggio in mezzo a un discorso,
il tuo viso niveo.
Vive la meraviglia nelle ciglia abbassate.
Un dolce sconcerto,
punti di sospensione come risposte.
Nasce qualcuno come te,
erroneamente,
qualcuno dal cuore scoperto
incapace di rimanere al suolo.
Uno che vive a passi di danza.
E crolli.
Uno che stravolge le platee
commovendosi insieme alla fragile
esistenza del verso,
pelle intessuta di poesia,
maglie d’ossa e sangue
dal nucleo fragile e la resistenza del fuoco.
Presenza salubre per anime disperse.
Una porta girevole
dove il Sole si moltiplica
e le epoche si danno la mano
dissolvendosi nell’orizzonte.
La prospettiva è un punto affermativo
per il tuo sguardo narrante.
Scatole chiuse, apparentemente ermetiche, ci chiediamo cosa c’è dentro l’altro e diffidiamo, dimenticando il tutto che ci abbraccia.
Pensieroso il passante si incontra in uno specchio e vi trova il mistero dell’esistenza.
Migliori di nessuno, portiamo noi stessi in questo mare di particelle che ci rendono un unico essere che ha bisogno di osmosi per respirare, per portare noi stessi al mondo.
Il giudizio ci separa dalla nostra stessa essenza, guarda bene: cosa di ciò che farebbero non potresti trovarti a compiere?
Le nostre scelte ci distinguono, ma la natura è una sola e non ci abbandona mai.
Inutile illudersi di averla uccisa, inutile temere di averla uccisa.
Quando guardi l’orrore, se togli ogni velo, con grande dolore scorgerai un pezzettino di te stesso nel grande dipinto della storia del mondo.
Gratta via un po’ di vernice, mettila in tasca, per non dimenticare.
Non so che intenzioni ha il cielo
nelle mie non esistono le stelle
ma esiste
una stella e una stella e poi una stella
scelgo la mia
le spiego
che per le domande che mi faccio
non esistono le parole
così lei non le cerca
e io ho una casa anche qui
nel regno di un lontano
senza storia
senza conquiste
i grilli
che delle stelle sembrano le voci
m’insegnano qualcosa costruendo
la più maestosa e sorprendente idea
di silenzio
e mi appare la notte
e vedo
che il cielo non ha intenzioni
non vuole fare
niente di niente
con me
