LibEreria

Ultima chiamata, per le Arti, alla Rivoluzione.

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Sala Lettura – Novembre 2023

Terra che libera

Un mucchio di foglie

Gialle di novembre

E rosso di giornate

Colorate

Terra che piccola

Profuma di bimbi

Che lottano ancora

Sotto un fuoco di bombe

Terra di speranza

Abbandonata

Rifiutata uccisa

Da regole in grate

Terra che calpesto

Per sentirmi di terra

Di radici infinite

Mi restano attaccate

Una porta girevole

come giostra per il Sole

sfoglia i suoi passionali colori.

Tra magie d’ambra e sottolineature brune

come un tratteggio in mezzo a un discorso,

il tuo viso niveo.

Vive la meraviglia nelle ciglia abbassate.

Un dolce sconcerto,

punti di sospensione come risposte.

Nasce qualcuno come te,

erroneamente,

qualcuno dal cuore scoperto

incapace di rimanere al suolo.

Uno che vive a passi di danza.

E crolli.

Uno che stravolge le platee

commovendosi insieme alla fragile

esistenza del verso,

pelle intessuta di poesia,

maglie d’ossa e sangue

dal nucleo fragile e la resistenza del fuoco.

Presenza salubre per anime disperse.

 

Una porta girevole

dove il Sole si moltiplica

e le epoche si danno la mano

dissolvendosi nell’orizzonte.

 

La prospettiva è un punto affermativo

per il tuo sguardo narrante.

Scatole chiuse, apparentemente ermetiche, ci chiediamo cosa c’è dentro l’altro e diffidiamo, dimenticando il tutto che ci abbraccia.

Pensieroso il passante si incontra in uno specchio e vi trova il mistero dell’esistenza.

Migliori di nessuno, portiamo noi stessi in questo mare di particelle che ci rendono un unico essere che ha bisogno di osmosi per respirare, per portare noi stessi al mondo.

Il giudizio ci separa dalla nostra stessa essenza, guarda bene: cosa di ciò che farebbero non potresti trovarti a compiere?

Le nostre scelte ci distinguono, ma la natura è una sola e non ci abbandona mai.

Inutile illudersi di averla uccisa, inutile temere di averla uccisa.

Quando guardi l’orrore, se togli ogni velo, con grande dolore scorgerai un pezzettino di te stesso nel grande dipinto della storia del mondo.

Gratta via un po’ di vernice, mettila in tasca, per non dimenticare.

Un pugno
si  imprime
nello stomaco. 
Gli  occhi 
strizzano
di paura.
Il corpo
si contorce.
L’anima
si stringe 
e si deforma 
fino a 
spegnere
ogni emozione.
 
Guardo
un angolo
di cielo.
La brezza
di primavera
cuce
su di me
trame
di sollievo.
Nessun 
rancore.
La rabbia
si placa.
Svanisce.
Sulle mie labbra
è disegnato
un sorriso.
Lo custodisco.
Un giorno
lo porgerò 
nelle tue mani
e te ne farò 
dono. 

Non so che intenzioni ha il cielo

 

nelle mie non esistono le stelle

 

ma esiste

una stella e una stella e poi una stella

 

scelgo la mia

 

le spiego

che per le domande che mi faccio

non esistono le parole

 

così lei non le cerca

e io ho una casa anche qui

 

nel regno di un lontano

senza storia

senza conquiste

 

i grilli

che delle stelle sembrano le voci

 

m’insegnano qualcosa costruendo

la più maestosa e sorprendente idea

di silenzio

 

e mi appare la notte

e vedo

 

che il cielo non ha intenzioni

non vuole fare

niente di niente

con me

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