Questo è un omaggio necessario
è ciò che ti devo
certo, è ancora troppo poco
ma è pur sempre un inizio.
Mi hai insegnato l’amore
mi hai insegnato a resistere
mi hai insegnato la speranza.
Mi hai fatto capire cos’è la vera armonia
non quella che si costruisce
e poi si butta giù alla prima occasione.
Mi hai fatto comprendere la forza
la capacità di restare uniti
soprattutto con il vento contrario.
E io da buon alunno
ho preso appunti, ogni giorno
e ora credo di amare come tu sai amare
ma non è possibile, perché l’amore che hai dentro
non è paragonabile a nessun altro amore.
Ogni volta che parlo di te,
qualcuno mi dice: esageri.
Ecco, mi hai insegnato ad esagerare
ma non come prima, non come tutte le volte,
non come quando mi si avvicinava una ragazza
vestita d’apparenza
e io la scambiavo ingenuamente
per sostanza.
Mi hai insegnato ad esagerare
solo quando è giusto, solo quando è il caso.
E qui, mi sembra proprio il caso.
Mi sembra di avere davanti
i tuoi occhi, ogni volta che mi guardo dentro.
E scopro l’insegnamento più grande.
Ora so bene
cos’è
il sempre.
Come di pesanti cetacei
satolli del plastico ingerire la quotidianità
ci areniamo
nella battigia dell’ordinario.
Incagliati
nell’arena del conformismo
annaspiamo in profondi respiri
l’ossigeno da riempire i polmoni
l’empia orazione
della normalità.
Bagna la schiuma
atavici ricordi di grandezza l’oceano
il dorso imponente
di sconfinato andare
sovviene l’impellenza della natura
[matrigna e perfetta
così che a ritroso le onde lambiscono
di dolore e necessità
di perenne peregrinare
l’inesorabilità.
Quanto sarebbe bello se
per ogni mare
che ci aspetta
ci fosse un fiume
per noi
E qualcuno
un padre
un amore
qualcuno
capace di prenderci
per mano
e di trovare
quel fiume
immaginarlo
inventarlo
e sulla sua corrente
posarci
con la leggerezza
di una sola parola
Addio
Questo davvero
sarebbe meraviglioso
Sarebbe dolce
la vita
qualunque vita
E le cose
non farebbero male
si avvicinerebbero
portate dalla corrente
se ci fosse la pace nel mondo non canterei
(mai lasciar sola una buona notizia)
e poi non so se lo capisci
voglio salvarti
distoglierti dal tuo parlare
di cose che non conosci che non vivi
stai facendo la tua poesia
o il tuo intrattenimento?
(e la poesia
non si fa!)
stai calmo man
anch’io sono rimasto fermo
a migliorare e abbellire la rabbia
(con la mia vita
quel che voglio leggere
io lo scrivo)
ero qui che aspettavo il ritorno
della mia magia
per questo non ti parlavo
non ti salvavo
(sai avere un rapporto sano col dolore?
tutto accade se sei una buona porta)
vuoi sapere chi sei davvero
non sei nessuno davvero
non c’è un davvero
cerca di capirlo sposando
l’esperienza estranea
di tuoi colleghi macchine inceppate
poi capirai anche chi sono io
uno dei tanti che ti dicono il come fare
ma il mio naturalmente è quello giusto
proprio come il tuo
(insultami sputami fatti una risata
e tutto mi accadrà se sarò questa porta)
mio cugino Bob è impegnato a morire
mio cugino Fab è impegnato a scappare
da tutte le nascite
io ho il corso di camminata sulle acque
e le acque hanno il loro corso
di camminata sotto di me
(aiutami sputami
diventiamo risata)
Lo sai che ti hanno rubato già tutto?
Che mentre una sigaretta ti fuma i polmoni le piante non smettono di produrre ossigeno?
Lo sai, sì, che tu sei il cancro?
E dimmi, come ti senti?
Dopo aver imparato a gestire soldi e sentimenti, aver ceduto alla tentazione di confonderti con la massa per paura di sentirti “diverso”, dopo essere salito sul carro di quelli che dicono di avere più diritti, ora, mentre punti il dito e gli slogan verso l’ultimo presunto diverso, dimmi, davvero ti senti integrato?
Dopo aver comprato l’apparenza a rate e averla usata come bandiera al posto di un ideale,
dopo aver smesso di scrivere lettere, quelle che si consegnavano a mano per essere conservate e aver intasato i server con storie d’amore condensate in brevi messaggi di testo corretti dal t9, dopo aver condiviso auguri preconfezionati e sensazioni copia-incolla, dimmi, davvero credi di aver lasciato nell’altro un segno?
Dimmi, hai capito cos’è successo?
Ti hanno dato la parola autonominandosi in questo modo suoi detentori, e tu, forte di questo diritto, l’hai stuprata usandola per zittire le minoranze e non per dar loro voce.
Dopo averlo fatto, dopo averla adattata al contesto, edulcorata, sminuita, assottigliata e abbreviata, dopo averla resa propaganda popolare a buon mercato, dimmi, davvero dopo tutto questo ti senti dalla parte dell’uomo?
Ti ricordi di piangere ogni tanto?
E di ridere sul serio, non di sorridere stancamente, te ne ricordi?
Provi ogni giorno ad essere tu stesso il sorriso di qualcuno?
Ricordi che nelle lacrime non c’è vergogna, che non c’è vergogna nella consolazione, nel disagio, nel dissenso, nell’errore, nel perdono, nell’azione, nella particolarità che ti hanno detto di chiamare differenza?
Te lo ricordi che fare un passo indietro non significa indietreggiare?
Che inginocchiarti non fa di te un servo?
Riesci a cercare la consapevolezza anche nelle piccole cose?
Ricordi che il mondo ha bisogno di qualcuno che ricominci a scrivere lettere?
Ma sopratutto, risponditi onestamente, ricordi cosa vuol dire “sentire”?
“Ciao!”…
Quante emozioni in quattro lettere…
Parola spesso pronunciata con
noncuranza,
superficialità,
semplicità,
fretta…
Ma quanto di inespresso
può esserci in un “Ciao!”:
“Ehi sono qui!
Ti guardo sempre
ed aspetto di vederti passare
per poterti dire “ciao!”…
Vorrei dirti che
mi hai fatto innamorare,
senza bisogno di parlare,
soltanto guardandomi,
con quegli occhioni che tu consideri così normali e comuni…
Invece per me
possiedono tutti i segreti del mio cuore
e possono aprire tutte le porte ed i cancelli che ci dividono…
Mi piaci, sì tanto tanto…
Sei così dolce,
Vorrei…
Ma poi non riesco a dirti nient’altro che
“Ciao!”…
Ma ora lo so,
che al mio “Ciao!”,
risponderesti…
“Anch’io!”
Caro tempo
A volte tiranno
A volte cura
Per le nostre ferite
Abusato
Sprecato
Non goduto
Veloce tempo
Il tempo
Che una foglia
Si stacchi dal ramo
E secca
Cada a terra.
Prezioso tempo
Più di un tesoro prezioso
Il tempo
Che la luna si faccia piena
Che un ulivo invecchi
Che il vino maturi.
Dolce tempo
Per chi si incontra
Poi chi si bacia
Per chi progetta una vita insieme
Per chi una vita la culla in grembo
Ogni cosa a suo tempo.
Archivio infinito del passato
E continuo presente
Solo tu saprai dare
Torto o ragione
Solo tu saprai
Per quale via
Ha camminato il bene.
