Alla fine di parole rivoltate
c’è una fine di viaggio
Solo così ne bruciamo altre
per esempio la solitaria eccomi
Quindi largo ai giovani
avvertimenti del reale
Se l’accogliente ha reso maturi
tempi orfani imbrogliati
Gli porto la benedizione
che da tempo avrei potuto
È scritta su un foglio
che parla del tempo
L’anima evita l’estate
e il corpo teme il freddo
Siamo tutti vite divise
con cappotti smisurati
I raggi di un sole morente
mi accecano le parole
è solo sublimando la lingua
che troveremo la verità
I limiti del corpo ci imprigionano
in gabbie di parole
sul sentiero di un desiderio insoddisfatto
di perenne incomunicabilità
Per questo si dice addio al corpo
e si prende la strada del volo
Con le nuvole in bocca
un cane di bronzo
saltella ai miei piedi
e s’accuccia fedele
a ciò che ho tradito.
Dal trono di sale
mi levo,
Re scomodato all’oceano,
schierato dal lato
della preghiera,
prestato a ragioni
del sogno,
assiso alla legge
del nulla:
evanescente
scendendo sali Re.
Qualcuno mi ha rubato il Sole,
il buio nella sua violenta realtà
ruggisce.
Non sapevano che sarei morta;
portarono in giro la mia gioia
decapitata.
Ci sarà una primavera senza Sole?
Ci sarò senza Sole?
Il sole si accorgerà
che lo sto cercando?
Se sarà comodo in quella tasca
dimenticherà il cielo.
– Qualcuno mi ha rubato il Sole.
Se per ogni delusione
avessimo un risarcimento
saremmo ricchi.
Preparati per una nuova vita.
Forse nulla accade per caso,
quindi
è il caso di farsi trovare pronti.
Il mondo è di chi ha fede,
di chi crede nei miracoli.
Se pensi che possa esserci
qualcosa di più grande,
una vita migliore, un’esistenza appagante,
allora combatti.
Scegli. E apprezza i tuoi complici.
Come quell’amico
che ti è sempre accanto,
per abbracciarti, o per aiutarti
a restituire
le lacrime al mittente.
Lo zero è l’equilibrio tra il meno e il più,
è lo spazio catalizzatore di tutte le forze,
quel luogo dove tutto può accadere,
un passo in là o in qua
e cambia la visione delle cose.
Lo zero è in una posizione privilegiata
è nella non scelta
è l’ignavia delle mosse
è l’attesa…
Lo zero è ripartenza,
è spinta,
è desiderio
è la forza di star fermi
aspettando il buon momento.
Se sei tutto sullo
zero,
approfitta
e stai sereno,
è un segnale così tondo,
che racchiude tutto il mondo!
Sono stanca.
Dei temporali senza arcobaleno
delle grida soffocate nel petto
delle lacrime impigliate tra cuore e occhi.
Aspetto.
La fiducia e la speranza ancora mi fanno compagnia
sembrano non arrendersi mai, come me.
Chiudo gli occhi.
E riesco ancora a volare.
Come sia possibile non lo so.
So soltanto che, quando li riapro, c’è sempre il tuo sorriso a farmi compagnia.
Dissodo la terra
Nell’ipotesi, che non escludo mai,
di avere torto,
e mi sento piccola.
Nell’ipotesi, che non escludo mai,
di avere ragione,
e mi consola.
I sentimenti convivono
su radure infinite
che aspettano di essere
coltivate.
Quando la pioggia convive con il sole,
nasce l’arcobaleno.
Abituata a venti leggeri
La speranza
Mi evita
Solo tempeste
Ridestano sogni
E piccole ferite
Sono rami d’autunno
E rumore di pietre
Fiore di febbraio
Abituato a morire
Difendo incertezze
Aspettando suoni
D’estate
Tu curami
Di cuore incerto
Resisterò a temporali
Sentirò il caldo
Del tuo abbraccio
Liberato
