C’è un cuore che circonda il mio anulare
prova che non mi sono mai arresa
nemmeno quando tutto mi diceva
che l’onda a volte abbraccia una tempesta
e chiuder gli occhi dentro un mare calmo
è sempre meglio che affrontare il vento
ma c’era il tuo visino lì a guardarmi
e le tue braccia sempre da salvare
così ogni giorno mi facevo forte
e l’ombra mia ti proteggeva i passi
e quei tuoi piccolissimi piedini
che un tempo eran cresciuti dentro me
ora che è la tua ombra a sovrastarmi
dovrai sorregger la mia nostalgia
perché non sento più quella vocetta
che chiama la parola più importante
vai vola e non guardare mai il passato
ché di avventure ne verranno tante
portami solo nella tua valigia
e guardami dall’alto del tuo volo
un giorno mi raggiungerai sul molo
di una poesia di barchette di carta
con versi di Wislawa e di viandanti
che impronte han tatuato sulla strada
allora non fermarti e vai avanti
e porta con te l’arte dei tuoi avi
ti aiuteranno a fare un sogno vero
di quelli che fa solo chi dormire
sa
Rotolo
Spalmando la mia fuga
Sull’asfalto umido, rovinato
Dai mille attriti roboanti
Riparo
Ricongiungo
I fili che si sono
Spezzati
Sul piano
Di farina sparsa
Profumo
Di
Torta di mele
Di
Pane bruciacchiato
Di
Frutta matura
Scappo
Tocco gli angoli
Di questa fuga
Continua
E
Sopravvivo
Alla guerra
Dei miei anni
Conto
La fame
Di sogni
Apro tutte
Le porte
Vai vento
Portami
Con
Te
Costruiamo
mappe mentali
del mondo
ci aiutano
perdite
di vista
una di queste rivolte
è invito
prendi la parola perturbante
lo sai come si prende davvero
una parola
trasformandola in una
cosa che suona bene
di quella musica si nutre
la striscia di interregno
tra qualcosa e il sogno
in quei momenti si parla
sotto la voce
sconfinando
dicendo
a orecchi sottili
che si sconfina
così fa
la lingua non aerodinamica
la tua lingua mappa
senza luogo da mostrare
così ci siamo spiegati
una strada
che possiamo cancellare
Il traffico nei vetri
la guerra fuori casa
gli uffici ancora aperti,
tu diventavi madre;
gli aerei come mosche
i cinema un po’ vuoti
cortei contro le favole
tu diventavi madre;
Dicembre senza freddo
ragazzi quasi uomini
file di curdi in fuga,
tu diventavi madre;
morivano i delfini
petrolio a buon mercato
alzavano trofei,
tu diventavi madre;
carta da parati
tuo padre bestemmiava
la radio non prendeva
tu diventavi madre.
Una donna stanca la riconosci.
Da come trascina il passo,
da quello chignon incurato,
capelli unti e svogliati
opachi e sfibrati
immagine remota di uno splendore perduto.
La riconosci
Cammina sempre dietro a tutti
per contare la sua tristezza
nei passi degli altri,
per essere inosservata
quando finti colpi di tosse
ammortizzano il pianto.
Da come guarda le vetrine
con la coda dell’occhio
non trovandosi idonea
dentro quelle confezioni e paillettes.
Dalle parole assenti
dalle urla finite nei pugni
che stringono un fazzoletto
umido, bianco, narrante…
Una donna stanca
non si guarda più allo specchio,
la proiezione del mondo
nelle sue pupille,
incenerita da tempo.
Completamente lasciata alle spalle
sale gradini d’insostenibile fatica
nella mano destra un piccolo sacchetto
qualche chilo di coraggio
e sogni taroccati.
L’apatia come scudo
il Silenzio come spada,
divisa a metà,
cuce col fil di ferro
il suo cuore di seta.
Denti che mordono
le tue sicurezze,
metallo lucente
custodisce il tuo rifugio.
Sempre con te,
per aprire o
per chiudere,
per conservare,
per giudicare.
Chiave di lettura,
significato nascosto,
chiave di volta,
cardine ed equilibrio,
parola chiave
pregnante perno,
chiave di accesso,
segreto misterioso,
chiave musicale,
lettura criptata.
E tu quale chiave sei?
Quante chiavi hai?
Mistero di una civiltà
che scompare,
al di là delle macerie
un nuovo inizio.
Cosa fai, cosa puoi fare
nella gran confusione
dello smembramento
della tua terra,
prendi le tue chiavi e scappa,
afferra i tuoi Penati
e portali con te.
Le tue chiavi sono le tue
certezze,
strette nelle tue mani
ti ricordano chi sei.
Chiave di volta del tuo futuro
Parola chiave su cui basarti
Chiave di accesso riservata.
Mi affidi tutto ciò che hai:
le tue chiavi.
Non lo so cosa può fare una poesia,
non so se può asciugare lacrime o lenire dolori
o prendere per mano splendide creature abbandonate.
Non so cosa posso fare, ma so di avere un cuore
e posso usarlo per un fine più grande.
So che non riesco a rimanere indifferente
di fronte alla tristezza di una donna che mi manifesta affetto.
Non riesco a ignorare l’acqua che cade
su un viso bellissimo, sul passato di un’anima forte
che la vita ha reso fragile.
Non so nulla di tante cose ma so di avere un potere,
conosco bene i miracoli che si compiono
con una sola delicatissima frase detta al momento giusto.
Dico a te che stai soffrendo:
tieni duro, i fiori che riempiono le tue strade interiori
non sono uno spettacolo per chiunque.
Non farti ingannare:
nessuno può mettere in dubbio la meraviglia che sei.
Nei tuoi occhi nocciola ho scoperto un mondo che non sapevo potesse esistere.
Ho scoperto come si può risalire dal fondo, dopo averlo quasi sfiorato, ho ammirato lo stupore di un filo d’erba, l’importanza di soffermarsi quando si cammina e trovarsi a fissare, per caso, un tramonto.
Ho capito che quando qualcuno alza la voce o vuole imporsi la lezione più grande che gli si possa dare è girarsi e andarsene cercando nuove cose da scoprire, senza nemmeno scomporsi.
Ho scoperto che la vita va presa “morso dopo morso” lottando per ogni centimetro, anche quando tutto sembra perso.
Cosa ne sanno gli altri del tuo mondo fatto di attimi e nuove scoperte? Cosa possono capire del perché prima di avvicinarti a qualcuno cerchi, dall’odore, di capire se può esserti affine o è meglio fare qualche saluto di circostanza e andare oltre?
Ho imparato con te la scoperta della meraviglia per le piccole cose, quanto sia importante ritrovarsi e stare insieme e che il bene può essere smisurato. Sono diventata la tua guida, io che spesso sbaglio strada o che, a volte, non so quale scegliere, ma con te so sempre che la direzione è giusta.
Ho incontrato il tuo cammino per caso e sono cresciuta con te, che sei “eternamente bambino” e sai sempre come farmi sorridere anche quando le giornate sono veramente pesanti.
La tua presenza discreta non è mai scontata, ma sei sempre il rimedio migliore contro ogni male. Con la tua semplicità hai conquistato il mio cuore che pensavo più arido e non ci sarà mai un momento in cui sarò sorda a un tuo richiamo o al tuo cercarmi perché anche un minuto lontano può essere triste.
Senza parole riusciamo a fare i dialoghi più complessi, ma il vero insegnante in questa vita sei tu che ogni giorno mi conduci sempre più vicina al vero senso delle cose. Dicono che sei il “mio migliore amico” ma, ormai, sei proprio parte di me. Il mondo è davvero un posto migliore attraverso il tuo sguardo, seguendo i tuoi passi, Birillo.
Donna,
Meravigliosa creatura,
capace a sua volta
di creare nuova vita,
custodendola e proteggendola
con amore,
non dimenticare mai il tuo immenso valore.
Continua a guardarti con occhi benevoli,
nonostante le tue cadute.
Continua a brillare di quella luce
che solo un cuore puro e valoroso può mostrare.
Continua a ricordare quanto la tua presenza
porti calore e affetto intorno a te.
Continua ad amarti,
affinché un’anima degna possa meritarti
e finalmente donarti e restituirti
un po’ di tutto quello che vali.
Che sia pioggia
Il mio scrivere
Allagando pagine
Disegnano margini
Confondono linee
Senza riparo
I miei pensieri
Liberi
Le parole galleggeranno
Su mari infiniti
Non saranno
Limiti
Indifesi
Ma immenso
Scorrere
