LibEreria

Ultima chiamata, per le Arti, alla Rivoluzione.

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Ultima chiamata, per le Arti, alla Rivoluzione.

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Sala Lettura – Luglio 2020

Non ti ho conosciuto

non ho fatto in tempo

non perché io sia arrivata tardi

ma perché tu sei andato via troppo presto

 

Lo hai voluto tu

Hai deciso che ventun anni

fossero abbastanza

per capire il valore del restare

e quello dell’andare

 

E sei andato

 

Ma hai lasciato tanto qui

 

Mi hai lasciato l’amore delle persone

che ti hanno amato prima di amare anche me

Un amore grande

una coperta calda

rifugio sicuro

nelle gelide notti d’inverno

E a te la stessa coperta non è bastata

 

Mi hai lasciato questo paese

queste vie che ho calpestato dopo di te

questa gente che poi ti ha continuato

a cercare nel mio sguardo

queste mura dove ogni giorno

ho respirato la tua presenza

 

Il tuo viso in quella cornice

i tuoi occhi

di cui ho immaginato il colore

il tuo sorriso triste

ad ogni risveglio e ad ogni tramonto

mi hanno detto

Vivi

Tendi sempre una mano alla vita

Abbracciala

dalle una possibilità

anzi più di una

Non avere paura di perderti

perché spesso ci si perde

cercando se stessi

Abbi coraggio di amarla

perché sì, ci vuole coraggio

Spesso è in salita

ma tu sali

perché poi si arriva in cima

e lì potrai godere dello spettacolo.

 

E io ti ho ascoltato

sto salendo

con uno zaino troppo pesante sulle spalle

A volte mi mancano le forze

ma continuo

perché ci credo davvero

che prima o poi si aprirà il sipario

e vedrò la meraviglia della mia vita

nei tuoi occhi.

Loro dicevano: nessuno è affidabile.

Sei arrivata tu.

Loro dicevano:

non c’è perdono.

Sei arrivata tu.

Loro dicevano:

siamo tutti uguali.

Sei arrivata tu.

Loro dicevano:

l’amore non esiste.

E ora eccoti qui,

tra le mie braccia.

C’è un incendio

Che non vorrei si spegnesse 

Laggiù nel cielo

Mentre i Grilli cantano

E le cicale fanno festa. 

La luna

Femmina

Al suo apparire 

Sfoggia

Una serena e luminosa

Bellezza. 

Un giorno che muore 

Di luglio

È un invito

Struggente e sensuale

Alla vita. 

Attimi di preziosa emozione… 

Non c’è spazio stasera

Per una intrusa malinconia. 

Bilancia perfetta

beati voi che conoscete l’equilibrio,

un passo dopo l’altro avanzate con cautela

e così l’amore,

questione di contrappesi,

di bilanciamenti, di carichi e grandezze.

 

Io

sproporziono le parti

perché non conosco le misure.

Io

sono rantoli di imperfezione,

marea di eccesso e parzialità

perché così è l’amore

asimmetrico, disarmonico e impetuoso.

 

La vita è come il mare,

affoga le domande

e offre l’unica possibilità.

 

Se non è abbondanza, è morte-

se di eccesso non è l’amore, è di astrale

buco nero

È il mio modo di

berti

come nessuno ti ha

bevuta mai,

è la mia ebbrezza

che voglio condividere

con te,

ubriacarmi del tuo fuoco

come un popolo

della rivoluzione

perché sono un uomo

che contiene

tutte le rivoluzioni

e ti lascio fare,

e spingerti

e conquistare

il mio modo di bere.

Perché non mi dici

che sarei il più

grosso rimpianto?

 

Perché invece mi

lasci andare

come un fazzoletto

tenuto tra le dita

troppo leggero

 

che il vento fa volare

alle tue spalle

 

e che tu guardi

immobile

mentre si allontana?

 

Con un colpo di cassino

hai cancellato tutto

e ora guardi la lavagna

vuota in preda all’amnesia.

 

Come passi sulla sabbia

Cancellati dall’onda.

 

Come scia nel cielo

Evanescente e bianca.

 

Come stella cadente

Scomparsa nella notte.

 

Un attimo sì, l’attimo dopo no.

 

Matita bianca sul foglio

Di che colore è il mio segno?

– Guardo da sempre la luna per sapere se è vera

 

+ La luna dice che sono vero

 

– Chi può capire l’ha già fatto e non sarà d’aiuto

 

+ Chi non ha capito credeva d’essere avanti di un passo

 

– I sensi ci ingannano perché è la realtà che ci inganna

 

+ La realtà cerca di trovare il suo senso leggendo le pagine bianche

 

– Io e le cose siamo due diversissime famiglie di disordine

 

+ Il numero non scritto ai loro piedi le descrive come conseguenti

 

– Tutta questa vita parla di cose semplici alle anime semplici

 

+ La sua parte silenziosa è nido per le risposte

 

– Ma poi ha bisogno di un pazzo per trovare lingue

 

+ Un pazzo che continua a leggerle ad alta voce

 

– O almeno qui tra le mie pagine è così che si dice

 

+ “Il pazzo è l’unico a non accontentarsi”

 

– Ma anch’io non sarei che voce di un semplice poi scappato

 

+ Io scappato dalla voce semplice che non sarei stato

 

– Un gabbiano proprio sopra la luna passa e ride senza saperlo

 

+ La luna sorride al passaggio del mio sguardo sul gabbiano

 

– Mentre un clacson m’impedisce di immortalarlo andando a capo

 

+ Mancano ancora infinite frasi incapaci di descrivere quel suono

Crisalidi di versi

avvolgono la mia esistenza

e rimango in attesa

che le mie ali si asciughino

per poterle aprire sul mondo

e proiettarne i colori

sulle anime che incontro

come un raggio di sole

che saluta un lungo giorno

all’ora del tramonto

Cedo e

cado;

 

piango e

perdo;

 

grido e

guardo.

 

Le mani in testa

poi in tasca;

 

indifferenza.

 

Non mi arrendo e

rido;

 

gioisco

sulla giostra,

 

sono una ginestra

 

a foglie tese

verso il sole,

 

a piedi nudi

nel deserto.

Scrivi, cancella,

imbratta, strappa.

 

Cosa vuoi dire

che non vuol venir fuori?

Hai davvero dentro al vaso

versi di quelli migliori?

 

Ribolle e si contorce

nello stomaco la tua musa,

vomita in te solo intrugli

caotici e qualche rima sfusa.

 

Quasi ciclope nella poesia,

senza una dimensione né prospettiva.

Ovunque cerchi una sirena che

ti suggerisca il canto,

che ti faccia il verso.

 

Tre teste ha questo mostro

che fa a brandelli

ogni tua ispirazione.

Tre Moire decisero della tua

vita la direzione.

 

E quindi che resta da fare?

Abbracciare un destino

che ti vuole di sasso?

 

Pietrificato da un arido sguardo

ora componi i tuoi ultimi versi;

un ultimo volo con ali di cera

verso la bruciante poesia,

e poi pesante dell’inferno

cader nei recessi.

 

Nel tartaro porterai questa

lirica come simbolo

di quel che fosti;

che tutti sappiano che

tra le ombre ve n’è una

fatta d’amore e di inchiostri.

Ancora mi imbatto in persone

o meglio esseri che di umano hanno ben poco che,

con fare superiore e sguardo sarcastico,

ti chiedono:

“Ancora ti dedichi all’arte?”

“Sprechi tutto quel tempo e tutte quelle energie per cosa? Per quattro soldi?”

Certo per loro non c’è molto altro, non vedono che questo.

Colori, ben stesi e abbinati con gusto e maestria, ma sempre e soltanto colori.

In passato queste considerazioni mi colpivano, mi ferivano, mi intristivano.

Ma ora non mi fanno più male!

Anzi, mi fanno sorridere e mi confermano che l’Arte,

come l’Amore, non è per tutti,

ma soltanto per chi se la merita.

Per chi sa guardare con il cuore e respira emozioni.

Se non hai sofferto il deserto

non puoi sapere. 

Arsa la speranza

e disseccato l’orizzonte,

la gola graffiata

a mandar giù parole non dette.

Gli occhi, 

piccoli specchi verso l’infinito

dove si riflette

un pianto inespresso.

Il vuoto, 

vaga perso nel tuo petto

in cerca del vento

e del suo abbraccio di respiri. 

Trovarsi in un bivio

perdendo terra e cielo

in questo spazio-amico di mezzo, 

trovare dimora. 

Tutto si fa piccolo dentro di te

perdendo dimensioni 

come l’immensità delle stelle 

che alla terra non giunge. 

Conservi la gioia

in barattoli fragili e trasparenti di cristallo 

così da poter guardare attraverso 

i due mondi

di cui sei fatta. 

A vegliare, 

sul mio viaggiare interminabile 

a piedi nudi

e screpolature d’anima 

dalle aperture alari fiabesche

si mette tra Me 

e tutto il Mondo

La Poesia. 

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