«Dopo i primi libri “di ricerca di voce”, dopo il libro che faceva i conti e gli esorcismi alla morte quotidiana della comunicazione, e quello che catalogava le forme della propria facoltà di ricordare riscrivendo, e quello alla ricerca dell’anello mancante sentimentale della Poesia, e dopo il libro che generava tutti i linguaggi sovversivi suggeriti dalla rabbia, arriva il libro della distensione e della compassione umana, della Poesia che parla di se stessa e dei propri processi compositivi partendo da una prospettiva, sì, proprio così, di salvezza possibile. Una sorta di “biglietto di ritorno” da questo viaggio, al punto da scegliere, e benché sia stato scelto, per esso un titolo di spiazzante ottimismo.»