
«Sono Marta Bandi, nata negli anni 60 in un piccolo paese sulle colline romagnole, da dove si vede all’orizzonte la linea azzurra (nei giorni tersi) del mar Adriatico.
Mi sono diplomata all’ ITIS di Forlì con specializzazione in tecnologie alimentari, diploma poi dimenticato in qualche cassetto, mentre vivo è il ricordo di quei sorprendenti anni.
Poco più che ventenne mi sono trasferita a Roma, città che da subito mi ha affascinato, abbracciato, intrigato, pur vivendo al contempo un doloroso distacco familiare.
Sposata con Davide, ho avuto Samuel e Lucrezia che sono la gioia, la vita, il futuro; futuro e vita che non avrebbero mai avuto, se quella terribile notte del 16 ottobre 1943, durante il rastrellamento del ghetto, la Gestapo avesse deportato la famiglia di mio suocero, che riuscì fortunosamente a salvarsi.
Fin da piccola ho avuto la passione per la lettura e la poesia, iniziando già alle elementari a scrivere piccoli versi. Passione poi accantonata per i più svariati motivi; fino a quando, circa un anno fa, ho frequentato il “corso di immaginazione scontenta” di Alessandro Mazzà e da lì si è riaccesa la fiamma latente.»