ISBN e SIAE

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ISBN e SIAE

Settembre 2019 – Alessandro Mazzà

Visto che, per chi ci conosce, non serve più ormai ribadire che UN AUTORE NON DEVE PAGARE PER VEDERE PUBBLICATA LA PROPRIA OPERA SE VALIDA (e anzi dovrebbe magari pure guadagnarci qualcosa, visto che l’Arte è anche un Lavoro nel miglior senso del termine);

e visto che noi siamo legalmente ASSOCIAZIONE CULTURALE e di fatto un CONSORZIO DI AUTORI che si mettono insieme per esistere, combattere, cambiare la cultura in Italia;

e visto che, a tale scopo, abbiamo, oltre alla ferma intenzione e determinazione e capacità di scovare Artisti nuovi e interessanti che altrimenti non potrebbero mai emergere, anche quella di fare la santissima opera di controinformazione della quale c’è, ANCHE in questo campo, un bisogno estremo;

oggi sfatiamo due “leggende metropolitane” che lo schifoso e terroristico latifondo editoriale italiano ha interesse a tenere vive presso la nostra ovina “opinione pubblica”.

E prego, per questa informazione anch’essa utilissima alla rivoluzione.

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LA SIAE NON CREA DIRITTI D’AUTORE, ma si limita a tutelare coloro che intendano depositare VOLONTARIAMENTE le loro opere presso questo ente al fine di vederne protetta la paternità e i correlati diritti.

Il deposito NON È OBBLIGATORIO in quanto IL DIRITTO D’AUTORE, PER SUA NATURA, SUSSISTE SIN DALLA CREAZIONE DELL’OPERA e quindi POSSONO ESSERE USATI ALTRI MEZZI PER LA DIMOSTRAZIONE DELLA TITOLARITÀ DEI DIRITTI.

Secondo l’ARTICOLO 180BIS DELLA LEGGE 22 APRILE 1941 N. 633, l’UNICO caso di obbligatorietà della sottoscrizione spetta agli enti che ritrasmettono opere via cavo (una tecnologia scarsamente utilizzata in Italia).

I bollini SIAE hanno in realtà uno scopo totalmente diverso. Nascono infatti col fine di proteggere l’autore dai plagi e da eventuali truffe a suo danno da parte dell’editore. In pratica, dopo che autore ed editore si sono accordati sul numero di copie da stampare e distribuire, la SIAE fornisce a chi ne fa richiesta (e può essere sia l’autore che l’editore) un numero prestabilito di bollini da applicare sui volumi. Il consumo di bollini fornisce così all’autore un controllo esatto del numero di copie distribuite dall’editore. A conti fatti però, questo meccanismo risulta efficace soltanto nel caso, davvero improbabile, in cui l’editore stampi, distribuisca e venda un numero di copie maggiore di quello concordato con l’autore, truffandolo così dei diritti d’autore sui volumi eccedenti, oppure se qualcuno che non sia l’editore riproduce lo stesso volume, mettendo in circolazione dei “falsi” come avviene per CD e DVD. I volumi realizzati in eccesso dall’editore, o “clonati” da terzi, sarebbero infatti identificabili, in questo caso, grazie all’assenza del bollini olografici della SIAE.

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Anche L’ISBN NON È OBBLIGATORIO, ma è soltanto CONSIGLIATO ai fini della distribuzione e identificazione nel mercato internazionale dei libri, essendo ormai diventata una PRASSI per i libri emessi dalle case editrici.

Allo stesso modo, anche il codice a barre che lo accompagna NON È OBBLIGATORIO.

L’ISBN serve soltanto a identificare il libro sul mercato internazionale.

NON RAPPRESENTA ALCUNA GARANZIA DI TUTELA PER IL DIRITTO D’AUTORE.

(Dal sito dell’isbn:)

«L’adozione del codice ISBN consente di:

• evadere velocemente e efficacemente gli ordini;

• gestire meglio le rese librarie;

• compilare e aggiornare le directory di settore e di banche dati bibliografiche, quali ad esempio il Catalogo dei libri in commercio;

• evitare lunghe descrizioni bibliografiche nell’inventariazione dei volumi sia nei magazzini editoriali, sia nelle librerie.

L’utilizzo del codice ISBN collegato a un codice a barre consente di effettuare la lettura ottica, velocizzando tutte le fasi legate alla commercializzazione del libro lungo tutta la filiera.»

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Niente mazzette di stato, quindi niente SIAE (che è solo una libera associazione) e niente ISBN (che NON SERVE E NON È NECESSARIO PER POTER VENDERE UN LIBRO, è solo un codice fiscale per poter entrare nei loro circuiti, che noi evitiamo: perché siamo seriamente alternativi e stiamo costruendo canali del tutto fuori dai loro; perché i mazzettari distributori si pappano quasi tutto l’utile che DEVE andare all’Autore; perché siamo convintissimi di andarci a prendere il posto più alto fuori dalla loro insulsa “filiera” senza seguire le loro presunte regole e anzi anche in virtù di queste scelte).

Niente mazzette di stato, dunque, e stop al terrorismo di stato fatto dalla SIAE!

La domanda che di solito nasce spontanea a questo punto è: come certificare la nascita di un libro, tutelando così il diritto d’autore? (Che tra l’altro, come dice la parola stessa, dovrebbe appartenere all’Autore, e infatti gli appartiene legalmente ma gli editori se ne appropriano commercialmente.)

E la risposta è semplice: SI MANDA UNA COPIA DEL VOLUME ALL’ANAGRAFE NAZIONALE DEI LIBRI, CHE È LA BIBLIOTECA CENTRALE NAZIONALE DI FIRENZE; nient’altro! Un atto semplicissimo, che costa tra l’altro 1 euro e 28 centesimi (un tempo volevano una raccomandata con lettera e tre copie, adesso basta infilare UNA copia del libro in busta e scrivere l’indirizzo e mettere la dicitura “pieghi di libri”). Dalla data di spedizione, il libro esiste ufficialmente e i diritti sono tutelati.

Ma conviene molto, al “sistema” che sfrutta e/o affossa gli Autori, che non si sappia e che si abbia paura delle mafie.

Augh!