
«Mi chiamano David e scrivo per necessità, per piacere. E perché la penna scorre così bene sul foglio che sarebbe un peccato fermarla. Nel mondo lavoro con gli altri, cercando gli ultimi e spostando i primi; vicino e lontano, sopra e sotto ma mai in mezzo. Credo ancora che le parole siano sassi da lanciare forte, sassi da raccogliere, sassi da conservare. Mi sposto lento per vedere le cose che mi scorrono a fianco e mi nascondo alla luce perché dal buio veniamo e al buio torneremo.»