
«Nata nel lieto torpore di un giorno dispari di primavera, alle pendici della curvatura del grande Poeta – da sempre frainteso per il suo disarmante realismo che lo faceva amante sopraffatto della vita e creduto, invece, schiacciato dallo scoramento per guardarla tanto in profondità – sotto l’influenza di tale Musa, guarda da sempre oltre la siepe dell’ordinario e, non trovando in essa l’aderenza necessaria alla sopravvivenza, se non solo apparente, cerca di capire regole e conformismi che strutturano la società intraprendendo gli studi di Facoltà appropriata a comprenderla quel tanto che basta per non aderirvi definitivamente.
Definitivamente quel che si è e quel che si conosce, coincidono nella forma.
Nella sostanza vive esperienze di profonda umanità e lavora insegnando l’incanto della lingua italiana a chi supera mari ed avversità nel nome della Speranza e a chi si dà, come può, un’alternativa. Incontro con il dissimile, specchio di se stessi.»