
«Scrivo per dare corpo ai miei pensieri, per vederli vivere,perché esistano, perché io li possa vedere come scritti da un “altrove ” che mi racconta chi sono e “chi” è il mondo.
Ma poi c’è la parte “ludica”, ma anche la più impegnata: il lavoro. Il lavoro della bambina che assembla i mattoncini Lego e come quello dello scultore che tira fuori un angelo da un sasso; il lavoro costruttivo di un po’ di bellezza.
Quando vedo una foglia rotolare sulla strada (a volte) ho voglia di scrivere la sua storia; la nostra storia, il nostro respiro insieme. In fondo è tutto qui.
La cosa certa è che non scrivo per “dire” ma per “sapere”; sapere quello che sta dietro alle parole e nelle pause, perché penso che la poesia sia lì: tra una parola e l’altra. Ed io, è lì che lavoro.
In fine preferisco scrivere che fare altro forse perché “lì” sono a casa ma le mie parole vengono dal mondo e a volte, nel mondo ritornano, sono il mio mezzo per essere qui e altrove.»